sabato 15 ottobre 2011

Molto spesso una crisi è tutt'altro che folle.

Quante volte il caso ha l'abitudine di infilarsi nella nostra vita rimescolando le carte e facendoci sentire come semplici corpi in balia delle onde. E finiamo puntualmente col volere una spiegazione. Perchè noi esseri umani pretendiamo una spiegazione per ogni minima cosa. Diffidiamo da tutto ciò che non ha contorni netti, mentre amiamo le definizioni e gli automatismi. A scuola odiavo le definizioni. Ci venivano dettate da manuale, parola per parola, e dovevi ripeterle al professore esattamente così, altrimenti significava che non avevi studiato.
Amavo invece quando la prof. ci leggeva un testo e lo commentava dal suo punto di vista, confrontandosi con noi. Era un bel modo per stimolarci a pensare col nostro cervello, ed è proprio questa la cosa più importante che va imparata. A nessuno interessa che sappiate parafrase la Commedia di Dante, se non riuscite a farla vostra in un qualche modo.
Per questo dovremmo apprezzare il caos del caso. Perchè anche se si diverte a cercare di abbattere le certezze, allo stesso tempo ci da il modo di fermarci a pensare, allontanandoci per un attimo dal nostro piccolo mondo impostato. Per decostruirci e ricostruirci.

4 commenti:

  1. Se non ci fosse il caso sarebbe noia forse.
    è strano ed a volte ridicolo il nostro inseguire le spiegazioni...il perchè è il nostro sale...si inizia a circa 5 anni...e non si smette più di dirlo. La curiosità fa bene però.
    L'altro ieri ho avuto un incontro ravvicinato con Einstein, mi ha chiaramente detto che sapere non sempre è positivo però...ma solo per chi non sa usare la sua conoscenza.
    Contro i terremoti gli uomini finiscono per spuntarla, contro se stessi non vengono a capo di nulla!
    Non so cosa sia bene...moderare forse?
    Caos...il caos ecco!

    RispondiElimina
  2. Sono dell'idea che una spiegazione, parlando di entità più grandi di un atomo, esista sempre. "Caso" è la parola che usiamo quando non sappiamo, non possiamo o non vogliamo trovare questa spiegazione. La ricerca continua della spiegazione è uno dei motori della nostra esistenza. L'imprevedibile è il carburante di questo motore: ci rivela la nostra staticità e ci spinge al cambiamento. L'ignoto è positivo, perchè alimenta la voglia di sapere. Ma ci sono altri due modi in cui il "caso" si manifesta. Gli eventi che non possiamo spiegare, che ci rivelano i nostri limiti come esseri umani. E ultimi, non per importanza, gli eventi che non vogliamo spiegare. Quei momenti speciali in cui si capisce che 1+1 non è sempre uguale a 2, nei quali abbandoniamo i nostri sensi. Momenti in cui deponiamo volentieri le armi della ragione.

    RispondiElimina
  3. Ed è per questo motivo che odio come si studia la filosofia a scuola, perché conoscere il pensiero di un filosofo senza metterlo a confronto con il proprio significa meno di niente.
    Tal volta per fermarsi a riflettere basterebbe osservare un po' più quello che ci sta attorno, a quel punto la mano del caso non sarebbe tassativamente necessaria! ^^

    RispondiElimina
  4. Ogni cellula di noi, forse, è parte di quanto apprendiamo...e ci definisce...
    forse...

    RispondiElimina