mercoledì 21 settembre 2011

What the hell I'm doing here?

Capita che il fluire degli eventi ci trascini via, rubandoci pezzi di noi, così che nella confusione non riusciamo più a trovarci. Siamo piccoli, soggetti a fluttuazioni, ci facciamo toccare con una facilità estrema, dal tempo atmosferico, dai suoni, da poche righe su un foglio bianco. Cadiamo tante volte, abbiamo una collezione di cicatrici in posti impensabili, una sorta di mappa che traccia una strada più o meno intricata verso lui, lei, loro, gli altri.
Ma non abbiamo una mappa che porti a noi stessi.
Le sole X che conosciamo sono le incognite, altro che le X del tesoro. Siamo un insieme di trame iniziate e non finite, un insieme di storie da vivere.
Sai cosa vorrei? Vorrei avere un filo di Arianna color della luna, prenderti per mano e guidarti verso l'ignoto, e se cadrai sarò al tuo fianco a dirti che ogni ferita ci insegna qualcosa. Se avrai paura, la sommerò alla mia, la mischierò alla terra che tieni sotto i piedi, quella che sa muovere palazzi e case, così  che la paura sarà più malleabile, e ne faremo un grosso vaso di Pandora, da aprire da sotto, che sotto c'è la speranza, come sai.
Ogni strada avrà i suoi colori e i suoi suoni, e noi saremo note, tasti, corde, vibrazioni, sinfonie e arie.
Ci ciberemo dei nostri silenzi, e quando sarai sazia mi farò aria, quando avrai freddo nel cuore mi farò fuoco.
Guarderemo il mondo come bambini, useremo i cucchiai per mangiarlo meglio, userò il cucchiaio per raccoglierti quando sarai sul fondo, il coltello te lo passerò, dalla parte del manico, così che tu faccia a pezzi la sfiducia.
Dimenticheremo i punti, le virgole, e le regole della grammatica, dimenticheremo di essere soli da sempre, ma non ci dimenticheremo.
Alla fine del viaggio non so dove saremo. Anzi non so se finirà. Probabilmente mi sveglierò e non ci sarai, sarà stata tutta un'enorme illusione e mi avrai fregato, abbandonandomi su quel letto di foglie color della terra. Ma se sentirò il tuo odore, di oleandro e pioggia, mischiarsi al mio, quella sarà la mia X.

1 commento:

  1. "una sorta di mappa che traccia una strada più o meno intricata verso lui, lei, loro, gli altri" mi piace questa frase, lascia sulla pelle una cicatrice in qualche modo, soprattutto perchè in quella mappa c'è ben poco, appunto, che riconduce a noi stessi.
    Mi piace ripercorrere il viaggio che non ha meta, che prosegue avanti dritto, senza domande ma con esse che, inconsciamente, ne fanno parte.
    Mi piacciono gli umani, nonostante tutto!

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