lunedì 31 ottobre 2011

Leave my body.

L’acqua assume la forma del recipiente che la contiene, ma conserva il suo volume. Quante forme ho assunto io, da quella che si nascondeva sotto strati di falsa indifferenza, a quella che aveva la primavera sulle labbra e l’autunno nel cuore.
E il mio volume, al contrario di quello dell’acqua, muta continuamente, per contenere a sua volta altri volumi, altre superfici, altri perimetri.
In questo gioco di scatole cinesi dove è finito il mio contorno? Si è fuso con gli altri, sotto i fumi del piacere effimero, mascherato da coerenza, o forse egoismo.
Cala il sipario, la musica finisce, i colori si ritirano in silenzio.
Mi disperdo nel canto.
Nel frattempo tanti personaggi vagano in cerca della propria storia da rappresentare.
Ma sotto il vestito cosa rimane?

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